Assemblea informativa sulla Tap a Vernole
acquarichese -
Continuano le iniziative promosse dal comitato per la tutela del territorio "No Tap". Il prossimo appuntamento, è previsto per Giovedì 19 Aprile presso la sala conferenze della scuola elementare ”Armando Diaz” di Vernole, dove si terrà un'assemblea informativa sulla realizzazione del gasdotto ad opera della Trans Atlantic Pipeline. L’evento, fortemente voluto dal presidente della Pro Loco del posto Livio De Carlo, è stato organizzato in collaborazione con quelle di Acquarica di Lecce, Pisignano e Strudà, per portare i cittadini, a conoscere nel dettaglio il progetto e le conseguenze che avrà sul nostro territorio. Relatori della serata, che avrà inizio a partire dalle ore 19,
alcuni membri dell'associazione "Tramontana".
Tra pochi giorni infatti, verrà resa pubblica la decisione del consorzio che controlla il giacimento di gas azero di Shah Deniz, in merito all’assegnazione dell’opera, o a Tap già in testa rispetto alle altre concorrenti, e che
prevede la realizzazione di un progetto che corre lungo il corridoio meridionale passando per il Salento, oppure a Nabucco o Seep, condotte alternative studiate per portare in Europa il gas passando invece dall’
Austria.
Un giro d’affari enorme, su cui avranno voce in capitolo tutti, meno che gli abitanti dei sei comuni coinvolti. Se il progetto andasse in porto, dunque, Tap che nei mesi scorsi, ha avuto la meglio già sull’interconnettore Grecia-
Italia “Itgi”, sarebbe il quinto gasdotto realizzato in Italia, ma il primo a passare da un’area a forte vocazione turistica, tanto da spingere cittadini ed ambientalisti a richiedere che l’intera area, diventi un Sito d’Interesse
Comunitario (SIC).
Ma cos’è Tap, e cosa prevede il progetto per la realizzazione del mega gasdotto? La Trans Adriatic pipeline Ag, è una Joint venture creata con lo scopo di trasportare in Europa il gas proveniente dall’Azerbaijan, i suoi
azionisti sono la norvegese Statoil, che detiene il 42.5% delle quote, ed inoltre è già azionista di maggioranza insieme alla British Petroleum, del giacimento di Shah Deniz, il più grande giacimento di gas azero esistente, la
svizzera Egl, con il 42.5%, ed infine la tedesca E.On Ruhrgas con solo, si fa per dire, il 15% delle azioni.
Il progetto definitivo, prevede la costruzione di un tubo lungo circa 520 km che avrà la funzione di trasportare dal Mar Caspio all’Italia, inizialmente, 10 miliardi di metri cubi di gas, per poi arrivare nel corso degli anni, a 20
miliardi di metri cubi, ovvero, il 39% del fabbisogno nazionale. Un affare da più di 280 miliardi di euro l’anno, dei quali, inutile dirlo, vedremo solo pochi spiccioli. Un gasdotto, che attraverserà via terra Grecia ed Albania,
fino ad arrivare al Canale D’Otranto, dove, con un tunnel sottomarino largo circa 2 metri, si espanderà per 1oo km lungo l’Adriatico fino ad arrivare a poco più di 450 metri dalla località balneare di San Foca.
Per la realizzazione del tunnel sono previsti, scavi nella falesia già erosa dal mare, emissioni di gas, e importanti cambiamenti ambientali e paesaggistici. Inoltre il tubo, si estenderà per 21 km fino a giungere a Melendugno, dove sarà situata la zona PRT, attiva ed illuminata 24 al giorno, all’interno della quale, il gas verrà decompresso, generando emissioni nell’atmosfera e forte rumore. Il tunnel, dall’area PRT si estenderà per altri 17 km toccando paesi come Vernole, Lizzanello, Cavallino, San Donato, Melendugno ed infine Castrì. L’approdo del gasdotto è previsto lungo il tratto di costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, un tratto di quasi otto km, dove, a causa di un’ordinanza ministeriale, la balneazione e la pesca fino al 30 aprile, sono vietate. E nonostante i tecnici della Tap, si sforzino di minimizzare i pericoli per l’uomo e per l’ambiente, decine di ettari di paesaggi, fin’ora rimasti incontaminati, rischiano di essere seriamente compromessi per sempre, malgrado abbiano rappresentato negli anni una ricca risorsa per il nostro turismo.
Centinaia di ulivi secolari verranno espiantati, la falesia, già erosa dal mare, potrebbe nel tempo, letteralmente crollare a causa degli effetti dovuti dalle trivellazioni. Ad essere compromesso sarà anche l’eco-sistema marino,
( e i frequenti e numerosi spiaggiamenti di delfini, avvenuti negli ultimi mesi, potrebbero esserne la prova) e con esso, le praterie di Posidonia Oceanica, fondamentali per evitare l’erosione della costa, e le tartarughe Caretta
Caretta, specie a forte rischio estinzione, potrebbero esser costrette ad abbandonare le nostre acque per sempre, nonostante proprio nel 2007, sulla spiaggia di San Basilio ne siano nati 41 splendidi esemplari. Nell’area interessata al progetto Tap, inoltre, sorgono numerosi monumenti e siti archeologici d’inestimabile valore artistico, come la Masseria San Basilio sorta tra il XVI ed il XVII secolo, e l’Ecomuseo dei paesaggi di Pietra, una masseria fortificata alle porte di Acquarica di Lecce, risalente addirittura al IV secolo a. C, accanto alla quale sorgerà la zona PRT, ma per i tecnici della Tap, tutto questo non ha importanza, perché le conseguenze per il territorio, così com’ è scritto nell’E.s.i.a. (Studio di Impatto Ambientale e Sociale), consegnato lo scorso 15 marzo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, saranno minime.
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